di Daniele Abate
Le due anziane signore ritrovatesi insieme dopo tanto tempo parlavano tra loro comode in un angolo.
«Hai fatto qualche viaggio quest’anno?»
«Macchè! Con questo covid…!»
«Eh sì. Anch’io sono stata sempre chiusa in casa. Non mi sono mossa.»
«Però gli anni scorsi ho fatto dei bei viaggi. Quando ero giovane sono stata a Londra.»
«E com’era?»
«Mi aspettavo di meglio, mi è sembrata un centro commerciale a cielo aperto, e l’aria nella metro era veramente sporca.»
«Eh… qui abbiamo le montagne. Fino all’anno scorso andavo sempre nelle valli. D’inverno sulla neve, c’è un aria pulitissima.»
«Eh sì! Hai visto, anche quest’anno ha nevicato tanto. Anche quando sono stata in Olanda ha nevicato, lì mi è piaciuta molto di più dell’Inghilterra.»
«E cosa hai visto che ti è piaciuto?»
«Guarda, sono stata in un quartiere, di cui adesso non ricordo il nome, che sembrava di stare in una fiaba. Poco fuori dalla città c’è un sentiero che lo attraversa, ai lati ci sono delle villette a due piani con il tetto a punta, ognuna circondata da un laghetto dove galleggiano fiori di loto, e – non ci crederai – con un ponte levatoio per accedervi.»
«Ma dài! Avrei voluto vederlo, ma bòn, va bene così, anche qui, nella Terra di Mezzo ci sono scenari che mi ricordano quel romanzo di Tolkien… come si chiama…»
«Il Signore degli Anelli?»
«Brava. Proprio quello. Non sai quante volte l’ho portato con me in viaggio. Anch’io, quando ero giovane… Mi vedi, sono piccolina, non posso portare tante cose come fai te.»
«Ma l’importante è viaggiare. Anch’io ho i miei limiti sai? Non sono mai stata su una bicicletta, ai miei tempi non si usava, ma adesso sembra che sia più facile per i giovani, e poi ci sono queste biciclette elettriche, è meno faticoso e si arriva ovunque.»
«E in quali altri posti sei stata?»
«In Svizzera, Svezia, in Australia, in Germania…»
«Ah, e dove in Germania?»
«Ah! Tanti posti. Bonn, Köln, Karlsruhe, Passau, Berlino…»
«Bella Berlino, e anche Passau, al confine con l’Austria.»
«Si, il mio padrone andava a correre con la sua donna oltre il confine con l’Austria, e lì si fermavano a bere una radler e mangiare qualche dolce. Non mi ci ha mai portato, ma anche io non gliel’ho mai fatto capire che mi sarebbe piaciuto andarci. Una volta erano andati anche in Austria per la settimana bianca, ma mi ha lasciato a casa.»
«Voleva stare leggero eh?»
«Eh sì, e poi non ci restava per tanto tempo. Non gliene ho mai fatto una colpa.»
«A me è piaciuta molto la Scozia.»
«Ah, è lì dunque che hai preso questo soprabito con il motivo scozzese?»
«Sì. Ti piace? »
«Sì. Ti dona molto cara.»
«È un po’ impolverato, lo so, ma alla mia età non mi curo più tanto, e non pretendo neanche che il mio uomo ci faccia caso.»
«Oh, sei bellissima così. A me invece guarda, tutti questi tatuaggi… Almeno sono colorati.»
«Bèh, sei sempre stata la più grande, ne avete fatto uno per ogni luogo in cui siete andati?»
«Sì. Ma alla mia età, sono così rovinata. Mi fanno sentire buffa.»
«Ma si possono rimuovere?»
«Sì, ma non penso che li toglierà mai.»
Un giovane ragazzo accese la luce, afferrò entrambe le valigie e le portò nella sala da pranzo.
«Bene ragazze, pronte alla partenza? Lo so che una di voi si è sentita dimenticata nello stanzino e l’altra prigioniera in cantina, e che vi ho fatto aspettare, ma ora si riparte, siete contente?
Sì, l’ultimo lockdown era finalmente finito, e le due anziane signore erano molto contente di tornare a viaggiare, curiose di rivedere le vecchie amiche, e di incontrarne di nuove.
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Un’azione nella cornice della mostra temporanea “Borse, trolley e valigie – Viaggio nella storia dei bagagli” (2021-2022)